Salvatore Quasimodo ad Amalfi, il corto che ci riporta alla nostra storia. La nascita dell’ospedale e Giuseppe Liuccio. Tanti ricordi per Quasimodo, che con la sua morte ha spinto a realizzare un ospedale in Costiera amalfitana , poi rimasta un’opera incompiuta, come lo scandalo enorme di Pogerola, ma da allora ci si è resi contro della difficoltà che vive la divine con la sanità, poi ricordiamo Giuseppe Liuccio che lo portò e gli fu a fianco, il poeta e scrittore della Costiera amalfitana e del Cilento che è stato un illuminato all’epoca all’Azienda di Soggiorno e Turismo , su Positanonews abbiamo scritto centinaia di articoli in questi anni. La bellezza salverà il mondo, e Quasimodo ad Amalfi la aveva trovata, c’è questo aspetto che va approfondito , lui amava la bellezza, la vista, i sapori, i saperi di questa Città con tutti i suoi sensi.
Oggi sul Mattino di Salerno un bell’articolo di Barbara Cangiano
«Qui è il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell’infanzia. Una memoria che avviene tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie degli aranci e dei cedri sontuosi negli orti pensili dei conventi». Scriveva così il poeta e premio Nobel Salvatore Quasimodo nel suo Elogio ad Amalfi. Un’epigrafe custodita nella pietra della Porta della Marina, tra tornanti e panorami mozzafiato, in quella terra che lo celebra con affetto genuino, ricorda le sue parole ai passanti. Parole che accompagneranno le immagini di Eden ritrovato, il nuovo corto-spot che la regista salernitana Biancamaria Savo sta realizzando. Anima del progetto All’ombra dei luoghi, nato nel 2006 per valorizzare le bellezze del territorio, Savo ha deciso di rivolgere la sua attenzione su Amalfi e di raccontarla attraverso gli occhi di uno dei suoi ospiti più illustri. Ad interpretare Quasimodo sarà suo figlio Alessandro, attore e doppiatore.
LA SCELTA
«Quando la regista mi ha contattato ho accettato con entusiasmo anche se non la conoscevo racconta nel corso della presentazione del progetto tenuta ieri presso gli spazi dell’Hotel Nh Grand Hotel Convento, ex Cappuccini, dove cinquantatrè anni fa Quasimodo, ospite della stanza 26, oggi 496, morì Mi sono fidato, ma soprattutto ho apprezzato la sua scelta. Per una volta non c’è niente di luttuoso, non si parla della fine di mio padre, un tema che rischia di diventare quasi un’ossessione. Tra l’altro ho sanato le mie ferite nel 2001, quando soggiornai ad Amalfi per circa due mesi durante i quali fui impegnato in mostre e spettacoli. Oggi il mio sguardo è proiettato in avanti. Anche perché, come spesso ripeto, i poeti non muoiono mai, come non muore mai la poesia. Si parla spesso del fatto che in particolare i giovani siano lontani dalla poesia, ma non è vero. A me capita di girare tanto per le scuole e posso invece dire che tutto sta nel porre le cose nel modo giusto. Se si è capaci, è possibile stuzzicare le passioni». Le riprese, iniziate martedì, hanno visto protagonista l’antica pasticceria Pansa, storico locale della piazza amalfitana nato nel 1830 con Andrea, capostipite di una generazione di pasticcieri conosciuti anche oltre i confini italiani. Ambientato negli anni Sessanta, il corto racconta l’antica repubblica marinara rincorrendo le seduzioni visive e olfattive che la regista immagina abbiano potuto stregare Quasimodo: «Era questo il filone narrativo che ho immediatamente immaginato per il mio lavoro e per questo, tra tanti nomi illustri che hanno visitato la costiera amalfitana, ho scelto il poeta siciliano, le cui parole sono state fonte di ispirazione. Grazie alla sartoria Francesco Spera e alla modellista Mariagrazia Amendola, il video ricostruisce un’atmosfera quasi perduta, con il Nobel intento ad aggirarsi tra gli spazi della pasticceria che, ieri come oggi, rappresentava una sorta di punto di riferimento, quasi un caffè letterario dove incontrarsi per condividere opinioni e scambiare riflessioni». «Il ricordo di Quasimodo è vivo nella nostra famiglia racconta Nicola Pansa, comunicatore e ultimo erede della dinastia dei pasticcieri I nonni parlavano della sua passione per i dolci della tradizione, quelli a base di ricotta e arance che naturalmente lo riportavano con la memoria alla sua Sicilia. Per celebrare questo corto abbiamo creato la Zagara divina, un mix di sapori tra mandorle e sfusato amalfitano per cementare ancora di più il rapporto tra due territori».
I VERSI
Il lavoro di Savo nasce da uno studio particolarmente accurato: «Ho immaginato che i versi dell’Elogio ad Amalfi fossero stati ispirati dalle atmosfere magiche degli anni Sessanta e quindi ho iniziato a lavorare sulle narrazioni filmiche di quel periodo storico cercando di essere il più fedele possibile. La partecipazione unica e straordinaria di Alessandro Quasimodo racconta la regista ha impreziosito questo progetto, permettendoci di realizzare un grandissimo sogno che ancora non mi sembra reale». Ricordando il padre, Alessandro Quasimodo scrisse: «Amalfi era diventata per lui come Tindari: il suo paesaggio, le isole del dio, il vento della memoria ricreavano per lui un paesaggio dell’anima che portava quasi ad una identificazione tra le due terre». E un filo rosso c’è ed è tangibile, ha sottolineato ancora l’autrice, che non a caso ha voluto gettare un ponte tra due perle del Mediterraneo, nel segno della cultura.
Source: Positanonews
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