Ufficio Catechistico Diocesano Amalfi – Cava de’ Tirreni: “Come tanti sommelier”

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Ufficio Catechistico Diocesano Amalfi – Cava de’ Tirreni: “Come tanti sommelier”

Riportiamo la bellissima riflessione dell’Ufficio Catechistico Diocesano Amalfi – Cava de’ Tirreni in questa domenica dedicata alla Santissima Trinità: «Carissimi/e, catechisti/e, fratelli e sorelle, vorrei tanto essere capace in questo momento di darvi qualche nozione approfondita su questa particolarissima attività, visto che il vino è per me un lieto compagno dei pasti e che insegno religione in una scuola alberghiera; ma, ahimè, riesco soltanto a scrivervi che tra le modalità che un sommelier ha a disposizione per valutare un vino certamente c’è quella della degustazione, ma anche dell’odorazione. Quelli di un esperto di vini, agli occhi di noi profani, potrebbero sembrare gesti quasi insensati, ma la questione è che l’approccio al vino è diverso: un sommelier vi si avvicina quasi con riverenza, sentendolo vivo, con un cuore, capace di una così forte comunicazione da toccare un po’ tutti i sensi umani.

Ecco, carissimi fratelli e carissime sorelle, oggi, solennità della Trinità, con questa immagine, classica ed esplicita nello stesso tempo, vorrei che insieme ci avvicinassimo ai testi; come gli esperti di vini e con i piedi scalzi, ci chiediamo perciò con altrettanta riverenza interiore: di cosa “sanno” le letture e i testi liturgici odierni? Quale è il loro sapore ed odore? Cosa emerge ai nostri sensi da questa lettura e meditazione? Dove ci conducono e come ci coinvolgono, inebriandoci prima e poi quasi ubriacandoci? Almeno di questi testi per me “licet”.

Alla capacità e alle analisi dei miei sensi sono pervenuti questi risultati finali: il primo, Dio non si lascia vincere nell’amore! E’ sempre Lui che fa il primo passo verso l’uomo, è Dio che gli va incontro, che lo elegge, lo guarda con amore, lo sceglie e scrivendo uomo, scriviamo anche del popolo a cui dona la Sua Rivelazione, il Suo mistero, la conoscenza di Sé come fuoco, pieno di passione d’amore; la religione, cioè il desiderio di Dio nasce dopo, sicuramente dopo, e solo come risposta dell’uomo ad un Dio che sorprende, perché decide per amore di calpestare le strade dell’uomo, sporcandosi con il nostro fango e compromettendosi con le nostre miserie, ricche della Sua Misericordia; inoltre nella precedenza mai superata del Suo sguardo, Egli non sta affatto a scrutare se noi abbiamo abbastanza meriti per deciderSi di scendere, lasciando il biancore delle nuvolette! Il motivo del suo procedere per primo non sta in noi o nella nostra bravura e bellezza di figli, ma solo in Lui, in realtà sta dentro il Suo Cuore pieno d’Amore: quella è la scintilla che fa accendere in Lui la fiamma viva per amarci e venire ad amarci, rivelandosi come Amore; Dio è amore, scrive San Giovanni. Oggi proprio, non possiamo avvicinarci con la testa o almeno solo con la testa a questi testi!

Ma c’è ancora un altro sapore, lo sentite come emerge prepotente e forte? Questi testi inoltre “sanno” di: dialogo, comunicazione e comunione, reciprocità, relazione, accoglienza e arricchimento nella diversità, famiglia, circolarità tra eguali, eliminazione di barriere e preconcetti, diversità armonica di colori, sapori, movimenti in danza e suoni, apertura e desiderio di conoscenza dell’altro: l’altro, parola magica, il mio inferno, ha scritto Sartre o il mio Paradiso, la mia ricchezza, la parte mancante di me, me stesso dentro l’altro, in questa visione ubriacante: vedete sono già caduto, ma non in errore. State attenti, perché veramente si rischia! Voglio scrivere che qui sono le nostre sorgenti, noi nasciamo da qui, noi siamo immagine della Trinità, siamo parte di questo mistero, Lo portiamo dentro, abbiamo l’impronta di Loro: qui solo dobbiamo e possiamo conoscerci, spiegare con la cetra l’enigma della nostra esistenza, il mistero del nostro cuore, gli aneliti troppe volte tranciati, che ci porterebbero invece ad andare fuori di noi stessi incontro all’altro; la cultura mondana infatti non “sa” di nulla e dice squallidamente e freddamente, ma solo alla nostra testa: individuo, single, monocromia e accoppiamento di colori uguali, psiche centro dell’uomo, scostamento dalla Sorgente trinitaria e abbeveraggi continui ed illusori a sorgenti mondane screpolate, sguardi verso il basso pieni di orgoglio accecante. Non solo gli adolescenti sono in crisi di identità, noi adulti più di loro, a mio parere; usciamo da questa piccola riflessione fraterna, inebriati nei sensi dalla convinzione del cuore che noi siamo parte di questo mistero e nel mistero della Trinità riusciamo a spiegare e srotolare verso le sponde della felicità e della pace anche il nostro, per allontanarlo da quelle pericolose del tormento, della disperazione e del non senso. Don Luigi, servo stra-amato».


Source: Positanonews

By | 2021-05-30T23:25:32+00:00 maggio 30th, 2021|Senza categoria|0 Comments

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