L’informazione ai tempi del Covid. Positanonews sempre sul pezzo, facciamo parlare i protagonisti e siamo sul campo. Questo è un servizio pubblico per i cittadini

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L’informazione ai tempi del Covid. Positanonews sempre sul pezzo, facciamo parlare i protagonisti e siamo sul campo. Questo è un servizio pubblico per i cittadini

L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova non solo il servizio sanitario italiano, ma anche gli organi di informazione. Non è semplice, difatti, fornire e veicolare informazioni puntuali ed efficaci che possano contribuire al contenimento del virus Covid-19, ma anche solo a dare informazioni reali, avvertire, anche quando non si hanno conferme ufficiali, scelte travagliate , sopratutto in Costiera amalfitana , dove il territorio è ampio e diversificato, rispetto alla Penisola Sorrentina. Ma abbiamo la responsabilità di essere il riferimento della Costa d’ Amalfi e di Sorrento da oramai 15 anni, un ruolo che si è rafforzato enormemente negli ultimi tempi, le visite si sono triplicate nel 2020 e dall’estero ci seguono continuamente, anche perchè i giornali locali sono il riferimento principale per capire la verità, più filtrata sulla stampa nazionale.

Per noi i contagi non sono numeri dell’ISS, ma sono persone: Peppe, Luigi, Maria, Francesco e Luca Mascolo il sindaco di Agerola che ieri ci ha concesso la sua prima intervista esclusiva, mentre altri giornalisti di Positanonews erano di persona a Maiori, Minori e Cetara, dove ci sono le situazioni più difficili e a Sorrento protestavano i commercianti e noi eravamo in diretta a Sorrento. Un servizio di qualità, un servizio pubblico per i cittadini, è questo, non fare post e repost, o stare sulle poltrone, il giornalismo vero non è quello dei “mi piace” o dei “follower” , anche se ne abbiamo a decine di migliaia, anche centinaia, fra tutti i social network dove siamo presenti, il giornalismo e fornire testimonianze e dare un servizio pubblico.

Positanonews sempre sul pezzo, facciamo parlare i protagonisti e siamo sul campo. Questo è un servizio pubblico per i cittadini. E il nostro Telegiornale di ieri sera, trasmesso sui canali facebook, you tube e twitter, senza preavviso ma all’ultimo momento, dopo i 30 contagi di Positano e la zona rossa di Cetara con la presenza del sindaco di Agerola Luca Mascolo e il flash mob a Sorrento dei commercianti ne è un esempio.

In particolare, i giornali stanno affrontando la sfida potendo contare su un nuovo strumento a disposizione per la diffusione delle notizie: i social network. A differenza, difatti, delle altre epidemie che hanno colpito il mondo, questa volta le informazioni hanno la possibilità di viaggiare più velocemente e raggiungere un bacino d’utenza più ampio grazie al rimbalzo che le reti sociali permettono. Tuttavia, allo stesso tempo, i social rappresentano un potenziale ostacolo all’efficacia dell’informazione che può essere sacrificata per assicurare una velocità tempestiva nel trasmettere i messaggi.

E’ utile, in tal senso, ripercorrere quelli che sono i criteri che orientano il diritto di cronaca, strumento giuridico di cui si servono i giornalisti per esercitare la loro professione. Per un corretto esercizio del diritto di cronaca, che si ascrive alla libertà di manifestazione del pensiero, bisogna rispettare i principi di utilità dell’informazione, attualità, verità e continenza verbale.

L’utilità dell’informazione attiene a quelle notizie che sono di pubblico interesse, da distinguere da quelle che appagano l’interesse del pubblico. In casi come questi, infatti, è necessario focalizzarsi su quelle notizie che possano essere effettivamente utili per accrescere la conoscenza dei cittadini sulle precauzioni da prendere e i comportamenti da adottare, tralasciando invece notizie e fatti che potrebbero destabilizzare l’attenzione dell’audience, virandola su gossip o pettegolezzi controproducenti alla sua crescita.

L’attualità dell’informazione, invece, assicura all’individuo il non vedere reiterata una notizia che possa ledere la sua persona, garantendo contemporaneamente il diritto all’oblio.

Sotto una luce più accesa, invece, deve essere analizzato il criterio della verità dell’informazione. Una informazione vera, per essere considerata tale, deve essere completa di tutti i dati e i fatti che, altrimenti, la inficerebbero. In particolar modo, questo criterio traballa di fronte all’aggiornamento dei dati dei contagiati pubblicati dai giornali che, specialmente nel primo periodo di diffusione del contagio, erano manchevoli dei numeri di tutte le Regioni o di una adeguata mappa di lettura che possa permettere una corretta interpretazione di essi da parte del lettore. Il criterio della verità, spesso, è venuto meno anche di fronte alla velocità di pubblicazione richiesta dalle logiche dei social network, che hanno determinato una pressione più forte da parte dei lettori ad essere informati più velocemente.

In ultimo, ma non meno importante, è il criterio della continenza verbale, ovvero il divieto di impiego di marchingegni subdoli, come l’enfatizzare delle frasi nei titoli la cui importanza effettiva è ridimensionata nel contenuto dell’articolo o l’utilizzo di virgolette o termini non appropriati. Il giornale che si è prestato più spesso a questo meccanismo è stato Libero Quotidiano che ha ricevuto anche un richiamo da parte del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti per il tono di gratificazione utilizzato nel titolo per descrivere il fatto che il Coronavirus avesse raggiunto anche il sud Italia.

Travalicare questi criteri, nel momento in cui ci troviamo, non può che incidere negativamente sul contrasto alla diffusione del Coronavirus. I giornali, difatti, sono i veicoli primari di informazione e di autorevolezza di quest’ultima, quindi come tali non devono sottovalutare la responsabilità che hanno in questo momento più di altri. Fornire al lettore informazioni precise e utili lo trasforma in un cittadino responsabile, che percepisce il rischio effettivo e, in funzione di questo, saprà come comportarsi. Al contrario, con la diffusione di informazioni fittizie, frammentarie o false, i giornali non fanno altro che aggravare la situazione corrente, attratti dalle visualizzazioni facili promesse dai social network e da titoloni che sanno di clickbait.

A tal proposito, oltre a tenere ben a mente i criteri del diritto di cronaca, è utile ragionare su come i giornali possono raccontare l’epidemia in modo efficace. Peter Drobac e Trudie Lang, due esperti di salute pubblica dell’Università di Oxford hanno fornito dei consigli importanti per i giornalisti che si approcciano alle notizie di questa epidemia. Secondo i due esperti, difatti, è importante concentrarsi sulle informazioni a disposizione, comprovate e solide, piuttosto che fare congetture sterili su notizie incerte, sfuggendo al rischio della disinformazione. Bisogna, inoltre, dare un giusto spazio e una fondamentale importanza a ciò che viene detto dalla comunità scientifica, che guida e ispira il lavoro dei organi di governo. Al contempo, difatti, ciò contribuirà ad avere più fiducia nelle azioni delle istituzioni, poiché si avranno più basi conoscitive per interpretare le loro decisioni e adeguarsi ad esse.

E’ indubbio che, in un’epoca dove le informazioni sono così tante, destreggiarsi tra di esse, combinando velocità, utilità e responsabilità, è un compito spinoso ma, allo stesso tempo, necessario non solo in questo momento critico, ma anche in futuro per ripensare al rapporto tra i giornali e i lettori. Ora come ora, infatti, questa relazione è in crisi, con l’avvento delle fake news e delle nuove piattaforme dove i giornali agiscono.

Ripensare questa relazione significa ridare lustro ai giornali come veicolo di informazione volti alla crescita del lettore e, contemporaneamente, trasformare quest’ultimo in un cittadino che può esercitare una certa influenza attiva e consapevole nei nuclei di potere.


Source: Positanonews

By | 2020-11-01T09:46:54+00:00 novembre 1st, 2020|Senza categoria|0 Comments

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