Amalfi. Controlli dei NAS ad ottico. Quale la differenza con il mestiere di oculista e altri mestieri? Molti non lo sanno , ma specifichiamo, come dal web, la differenza fra i vari mestieri . L’oculista (medico specialista) ha una laurea in medicina e chirurgia, l’abilitazione professionale per la pratica della medicina e l’attestato specifico rilasciato dalla scuola di specializzazione. Gli oculisti, quindi, hanno almeno 11 anni di istruzione e di formazione, oltre la scuola superiore, e sono specializzati per diagnosticare e curare tutte le malattie degli occhi, eseguire interventi chirurgici, prescrivere occhiali ed applicare lenti a contatto.
L’optometrista ha seguito un corso di laurea triennale in optometria e, da quanto mi risulta, è una figura professionale non ancora riconosciuta in Italia. Negli Stati Uniti, dove il ruolo degli optometristi è meglio definito e riconosciuto, si diventa optometristi dopo almeno sei anni di istruzione e di formazione, oltre la scuola superiore, qualificandosi per poter determinare la necessità di occhiali e lenti a contatto, prescrivere la relativa correzione ottica ed eventuali trattamenti correttivi per i pazienti ambliopi (quelli colpiti da “occhio pigro”).
Gli ottici, solitamente, seguono corsi di formazione di uno o due anni dopo la scuola superiore, per poi perfezionarsi “on-the-job”. L’ottico è abilitato a misurare ed a vendere gli occhiali o le lenti a contatto, sulla base di prescrizioni provenienti dall’oculista.
Al giorno d’oggi, in Italia, sono molti ad avere la qualifica di ottico-optometrista. L’ottico-optometrista è tenuto, prima di eseguire l’esame delle deficienze puramente ottiche della vista, a richiedere la certificazione del medico oculista che attesti l’assenza di patologie oculari. La suddetta certificazione è valida per quattro anni dal suo rilascio, oppure due anni per la fascia di popolazione superiore ai 65 anni di età e per l’età pediatrica.
L’ottico-optometrista non può svolgere attività dirette all’accertamento di malattie, e quindi non può eseguire accertamenti diagnostici quali la tonometria, la topografia corneale e l’esame del campo visivo, non può effettuare diagnosi e tantomeno può eseguire attività terapeutiche di qualsiasi tipo. Non può prescrivere farmaci, compresi i colliri utilizzati a scopo diagnostico (es. gocce per la dilatazione pupillare). L’ottico-optometrista fornisce informazioni scritte delle misurazioni effettuate.
Gli ortottisti sono anch’essi dei professionisti dediti alla cura degli occhi, specializzati nella diagnosi e nella gestione dei problemi della visione binoculare, legati soprtattutto all’ambliopia (occhio pigro) ed ai disturbi della motilità oculare (strabismo).
Ogni ortottista è tale se ha frequentato un corso di laurea triennale, oltre la scuola superiore. Gli ortottisti di solito lavorano in stretta collaborazione con gli oculisti. Spesso si occupano di buona parte degli esami diagnostici che si svolgono negli studi oculistici (esame del campo visivo, tonometria, pachimetria corneale, topografia corneale, autorefrattometria, misurazione della vista) ma, in tutti i casi, svolgono la propria attività sotto la supervisione di un medico oculista, il solo che può esprimersi per le relative conclusioni diagnostiche ed i consigli terapeutici.
Oculisti, ottici-optometristi ed ortottisti, tutti concorrono per il mantenimento ed il ripristino della salute degli occhi e per la riabilitazione visiva. Ciascuno, però, ha le proprie specifiche competenze e, nell’interesse di tutti (pazienti in primis), conviene che ciascuno rimanga nel proprio seminato, rispettando l’operato di ogni diversa figura professionale.
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