Accadde oggi . 18 luglio 1943 Salerno e la Costiera amalfitana bombardata, 18 morti ad Amalfi Salerno fu presa di mira dai bombardamenti angloamericani che miravano a interrompere le vie di comunicazione con il sud della penisola, dove era in programma per gli inizi di luglio lo sbarco in Sicilia, ma anche a volti a infiacchire il morale della popolazione.
Gli effetti dei bombardamenti su Salerno e la provincia furono devastanti. Le vittime migliaia. Undici di queste anche ad Amalfi. Tutte causate dallo sgancio si cinque bombe da parte di un aereo in avaria ed i cui i rottami non furono mai ritrovati dopo che si inabissò nello specchio di mare. Le bombe colpirono piazza Flavio Gioia e Via Mansone, fin quasi alla scalea del Duomo.
Di questa tragedia dimenticata e sconosciuta ai più e di tanto altro, se ne parlò a Maiori, nel 2013 durante la giornata di studio “L’Operation Avalanche a Maiori e in Costiera Amalfitana: oltre la condivisione di una storia di guerra”, nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione del settantesimo anniversario dell’Operation Avalanche, un’importante pagina di storia della Costiera tutta e di Maiori in particolare, base degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma cosa accadde realmente nella cittadina della Costiera? Era la notte del 18 luglio 1943, verso mezzanotte. E la campana del Duomo cominciò a battere i lenti e sinistri rintocchi dell’allarme. Durante il bombardamento di Salerno, una aereo americano in avaria, prima di inabissarsi sganciò su Amalfi cinque bombe che provocarono ben 11 vittime:
Pietro Culicchi, sergente di fanteria, anni 32;
Pasquale Ienco, carabiniere, 21 anni;
Vincenzo Marra, anni 45;
Antonio Russo, anni 33;
Gennaro Tatillo, 43 anni, militari in servizio;
Andrea Abbagnara, anni 29, tipografo;
Alberto Giovanni Smiraglia, anni 20 elettricista;
Giuseppe Amatruda, anni 16;
Antonietta Fiorenza, anni 20, studentessa universitaria;
Francesco Fiorenza, anni 18, matricola universitaria;
Carmela Benissimo in Cassone, anni 64, commerciante.
Gli ultimi sei tutti amalfitani, due dei quali (Abbagnara e Miraglia) marinai in servizio anche se temporaneamente in congedo nell’attesa che la loro nave fosse riparata dopo un precedente bombardamento.
Tutto questo meno di due mesi prima di quell’8 settembre quando corse voce dell’armistizio. E la notte Salerno e parte della Costiera si ritrovarono sulla linea di battaglia. Chi ha vissuto quella notte racconta che si vedevano le vampe dei cannoni della postazione costiera di Vietri, altri dalla costiera e dal mare.
A Maiori sbarcò incontrastato l’altro corpo speciale dei Rangers, con l’appoggio di un cacciatorpediniere britannico. Qualche scaramuccia avvenne al presidio del faro di Capodorso. Alle 8,00 il raggruppamento aveva raggiunto il Valico di Chiunzi.Verso Salerno, la zona più vicina di sbarco fu quella fra il Picentino e l’ASA, ad opera della 46a Divisione, con la brigata del gen. James. Qui l’artiglieria tedesca concentrò la sua azione seguita da attacchi della Luftwaffe che poi si estesero a tutto il golfo.
E solo il 26 settembre furono completati via mare a Maiori tutti i reparti dell’82a Divisione Aerotrasportata Alleata ed il gen. M. Ridgway assunse il comando di tutte le unità in zona.
Ritornando ai bombardamenti va detto che Salerno non era tra le maggiori preoccupazioni difensive dei comandi italiani e tedeschi, in quanto ritenuto un territorio difficile per uno sbarco dove una pianura, relativamente esigua e attraversata da molteplici corsi d’acqua, era facile bersaglio da parte di artiglieria situata sulle alture che le fanno da barriera.
E invece non fu così. Gli eventi bellici non risparmiarono né i singoli cittadini né le istituzioni. In città si allestirono qua e là dei rifugi antiaerei. Erano in gran parte cantine o piccoli cunicoli tra i fabbricati, che sarebbero diventati la tomba degli occupanti se solo qualcuna delle bombe che sganciavano gli aerei vi fosse caduta nei pressi.
Salerno e la Provincia ebbero però una avvisaglia a Giugno un altro bombardamento. Dal versante Ovest di Positano invece avvenne ben poco, vennero interrotti i collegamenti al Ponte di Pantaniello verso i Colli di San Pietro per impedire ai carri armati tedeschi di venire da quel versante.
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Source: Positanonews
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