Amalfi me la porto nel cuore, anche se ne vivo lontano. Ci ritorno, a più riprese nel corso dell’anno, per un pellegrinaggio d’amore e di cultura. Ed è sempre un terremoto di emozioni alla svolta del Luna di fronte allo spettacolo unico ed irripetibile del grappolo di case di Vagliendola, che si arrampicano ardite nella gloria del sole alla scalata di Pogerola con il campanile di San Biagio a sospiro di cielo. Giù la rada paciosa a festa di imbarcazioni e con sullo sfondo le colline dei limoneti a fuga di orizzonte da Pastena a Lone, a Capo di Conca e fino alle Sirene ammarate a Li Galli
Ci andrò anche quest’anno tra luglio ed agosto con tappe d’obbligo in tutti o quasi i paesi della Costa DIvina che mi porto nel cuore. Per intanto spesso leggo i dialoghi7convesazioni in FB in cui si avverte la nostalgia degli anni lontani. E la nostalgia prende anche me con cuore , anima e pensieri. Anche e forse soprattutto per questo ci ritornerò e più di una volta. Farò tappa,anche questa d’obbligo, a “La Caravella”, che considero da sempre “la mia casa amalfitana”. Con Antonio DIPINO, che galoppa con successo, sulle “guide” enogastronomiche d’Italia e d’Europa e coniuga buona tavola ed arte con quel gioiello di “galleria”, che espone e vende pezzi unici di ceramica d’autore, farò un tuffo di emozioni nella memoria del passato, rievocando i “favolosi” ed irripetibili “anni ’60”, quando “Amalfi faceva tendenza” e a “La Caravella” ospitavo gli ospiti di riguardo del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo.
Belle stagioni quelle, quando Amalfi inventò, prima in Italia, la spettacolarizzazione della moda con passerelle negli angoli più suggestivi della città, invasa da un esercito di indossatrici, da stilisti di grido e giornalisti del settore e di riviste patinate, sotto i riflettori delle telecamere italiane e straniere. La settimana della MODA MARE AMALFI era un appuntamento ineludibile per il bel mondo dell’eleganza e dello spettacolo, ma costituiva anche punto di incontro per dibattiti sull’evoluzione dei costumi oltre che feconda occasione per il business del settore, che muoveva i primi passi ed avrebbe conosciuto in seguito uno sviluppo galoppante, imitando Amalfi nelle rassegne spettacolarizzate nei luoghi più suggestivi delle città d’arte. La rassegna apriva, ad aprile, la stagione del turismo e lungomare, porto, spiagge e cale si trasformavano in tableaux vivants ad esibizione di grazia, eleganza e malcelata seduzione di indossatrici dai corpi longilinei e le forme perfette, sotto la guida sapiente di registi creativi. Solo dopo, ma molto dopo, Capri prima e Positano dopo si riappropriarono dell’idea e la realizzarono, per la verità in tono minore.E la nostra città iniziò la lunga e poco esaltante serie delle occasioni perdute
Belle stagioni, quando Amalfi era meta preferita di letterati di grande nome:Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Dino Buzzati, un giovane e brillante Albertro Bevilacqua, un attempato Diego Fabbri, che alternava la sua attività tra la regia teatrale, la scrittura creativa e la direzione de “La Fiera Letteraria”, quando registi del livello di Fellini e Lattuada erano di casa a “La caravella”, dove un giovane Franchino Dipino, faceva gli onori di casa con coinvolgente simpatia ed assisteva interessato con signorile distacco alle lunghe chiacchierate che esplodevano, spesso, in progetti creativi:eredità raccolta dal figlio Antonio dalla intelligente e pluristellata professionalità
Di lì è passato un pezzo di storia, che con “L‘arte povera” e con “L’impatto percettivo” fece di Amalfi una capitale dell’avanguardia in gara con New York e trasformò gli Arsenali in centro pulsante di vita culturale e di mostre di livello europeo con la processione di critici di grande spessore e di artisti che in seguito avrebbero recitato un ruolo di primo piano nella evoluzione dalla avanguardia alla transavanguardia.(E’ previsto un grande evento a ottobre/novembre prossimo in occasione del cinquantenario della straordinaria mostra del !968)
Altre stagioni, quando la fortuna dei romanzi del passato era affidata alla riduzione di filmati televisivi a puntate e si accendeva ed infuriava il dibattito sul rapporto tra linguaggio letterario e linguaggio filmico e Amalfi ne diventò il punto di riferimento annuale con l’apporto di linguisti, sociologi, registi, letterati, attori, professori universitari e, naturalmente, giornalisti provenienti da ogni parte d’Italia.
Altre stagioni, quando la città fu convegno annuale degli Esperti Scientifici del Turismo ad accapigliarsi sulle politiche di settore e sulle strategie della promozione che si basasse sulla qualità dell’offerta per “la vendita delle vacanze” :questo il logo fortunato dei convegni che vedeva la partecipazione attiva di sindaci, presidenti di aziende ed operatori della Liguria e del Veneto, della Toscana e della Romagna, della Sicilia e, naturalmente, della Campania .
Altre stagioni quando per primi ci inventammo manifestazioni di promozione mirata ed invademmo MIlano e Torino con l’esercito colorato delle tarantelliste di Ravello, che facevano corona danzante ad un giovane e promettente Bruno Venturini sotto la Galleria di Milano e a Piazza Carignano a Torino e in due famosi teatri delle due metropoli Achille Millo e Fausto Cigliano davano vita ad un coinvolgente spettacolo di poesie e canzoni e Alfonso Gatto tratteggiava da par suo storia, arte e bellezze della Costa e, nel frattempo, Pasquale l’Ostricaro dirigeva le operazioni per gli assaggi dei nostri prodotti tipici fatti arrivare freschi di giornata dal nostro territorio e le televisioni europee, svizzera, tedesca e francese, riprendevano il tutto con servizi ampi e di sicuro effetto per uno straordinario ritorno di immagine. Fu la prima e, per il momento, unica volta in cui la Costiera nel suo insieme ideò e realizzò un progetto comune di promozione turistica.Il comianto Ezio Falcone e Pierino Florio ne furono buon i ed entusiasti testimoni ed il grande don Gaetano Afeltra fu felice ed orgoglioso di questa prova di forza, di unità, di orgoglio della Costiera all’insegna dell’eleganza e del buongusto. Erano ancora di là da venire Bit ed altre fiere che oggi vanno per la maggiore e noi già facevamo notizia ed aprivamo la strada alle avanguardie della comunicazione, dello spettacolo all’aperto, della teatralizzaione delle sfilate di moda, della promozione del turismo nel segno della cultura.
Altre stagioni, quando AMALFI FACEVA TENDENZA !
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L’articolo QUANDO AMALFI FACEVA TENDENZA di Giuseppe Liuccio proviene da Positanonews.
Source: Positanonews
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