Turismo, i dati strani a Furore si spende più di Positano. Ma da Amalfi al Cilento siamo eccellenza

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Turismo, i dati strani a Furore si spende più di Positano. Ma da Amalfi al Cilento siamo eccellenza

Turismo, i dati strani a Furore si spende più di Positano. Ma da Amalfi al Cilento siamo eccellenza , i turisti stranieri promuovono a pieni voti la qualità dell’offerta in provincia di Salerno, al punto che la valutazione complessiva (in una scala da 1 a 10) è superiore al 9, per la precisione è pari a 9,05. La fonte della pagella? L’Indagine campionaria sul turismo internazionale realizzata ogni anno dalla Banca d’Italia, basata su interviste ai viaggiatori in transito alle frontiere italiane. Le risposte alle domande sono state fornite nel corso del 2018, ma sono state rese pubbliche lo scorso mese di maggio. Per il 59% degli stranieri la visita nei nostri territori si è rivelata migliore (45,4%) o molto migliore (13,6%) di quanto ci si attendesse, e solo il 2,7% l’ha ritenuta peggiore delle aspettative, con un eloquente 0% di «molto peggiore» e soltanto un 1,8% di «come mi aspettavo». Insomma, l’appeal non è in discussione, anche se – a leggere bene numeri e percentuali – i problemi che restano sul tappeto e che vanno assolutamente affrontati (e possibilmente risolti in un tempo non troppo lungo), per non uscire da una dimensione di grande competitività a livello mondiale, sono molto bene identificati. Quali sono? Tra i fattori meno apprezzati rientrano i trasporti (il 17,2% del campione ha espresso un giudizio negativo), l’igiene dei pubblici servizi (9,2%), i servizi per i turisti (5,8%), la sicurezza (3,9%), gli eventi (1,9%). Niente di nuovo, per la verità, ma proprio il persistere di queste inadempienze costituisce motivo di maggiore riflessione. Sul versante opposto i fattori che attraggono più consensi sono il cibo (24,7%) e la qualità dell’alloggio (6,5%, con una punta del 7,7% in Costiera Amalfitana).
L’IDENTIKIT
Ma in quale profilo si identifica il turista straniero che sceglie la provincia di Salerno? Nel 34% dei casi ha un’età compresa tra 45 e 64 anni, nel 28,2% tra 25 e 34 anni, e nel 22,4% tra 35 e 44 anni. Si muove, quindi, principalmente tra 25 e 64 anni, una fascia anagrafica molto ampia e, quindi, alla base di una diversificazione di target che si riflette nella polarizzazione della spesa tra Nord e Sud della provincia. È un turista che sceglie una tipologia di vacanza compresa tra 6 e 8 giornate (30,3%) o tra 2 e 5 giornate (29,2%), ma merita attenzione anche il campione che allunga il proprio soggiorno tra 9 e 12 giornate (16,2%). Il 49% sceglie l’albergo o il villaggio turistico, il 18,7% la casa di proprietà o in affitto, il 17,1% il bed and breakfast, mentre il 9% è ospite di parenti o amici.
Da dove proviene? Il 23,7% dal Regno Unito, il 13,4% dagli Usa e l’11,7% dalla Spagna. Seguono tedeschi (9,7%), francesi (8,8%), olandesi (4,8%), australiani (2,9%), canadesi (2,5%), irlandesi (2,4%) e argentini (2,3%). Da evidenziare il terzo posto degli spagnoli che hanno superato tedeschi e francesi. Anche in questo caso occorre un supplemento di riflessione per comprendere a fondo la genesi di una nuova gerarchia di visitatori stranieri – sul versante dei flussi provenienti dall’Europa – abbastanza lontana dall’immaginario comune.
LA SPESA PRO CAPITE
Mediamente un turista straniero spende 126 euro al giorno: 11 per spostamenti interni, 58 per l’alloggio, 27 per il vitto e 23 per acquisti nei negozi. Ma questi dati prendono in considerazione l’intero territorio provinciale. Le differenze che aiutano a configurare i diversi target si evincono, ovviamente, dall’analisi della spesa giornaliera nelle singole aree sub-provinciali. Se vogliamo paragonare le due zone di territorio a maggiore vocazione turistica, la spesa totale più alta è localizzata in Costa d’Amalfi (147 euro), sensibilmente più bassa è quella riferita al Cilento (85 euro). A Salerno città, la spesa media giornaliera è di 94 euro, non poco rispetto al quadro complessivo provinciale.
I COMUNI PIÙ RICCHI
Questa particolare graduatoria consente di entrare nel merito della diversificazione dell’offerta e di constatare come sia indispensabile mettere in campo strategie di rimbalzo dei visitatori tra le diverse località della provincia – lungo l’asse Nord/Sud – in modo da rendere più omogenea (verso l’alto) la spesa media dei turisti (non solo quelli stranieri). Il comune nel quale quotidianamente si spende di più è Furore con 177 euro. Seguono: Positano (176); Maiori (148); Amalfi (137); Vietri sul Mare (126); Ravello (125); Praiano (124); Castellabate (96); Salerno e Ascea (entrambe con 94 euro). Evidente, quindi, il divario tra Golden Coast e Cilento. Se poi andiamo a verificare alcune differenze tra la spesa per alloggio e vitto (le due voci ordinariamente più consistenti a livello provinciale), emerge in maniera ancora più chiara questa distanza. A Castellabate la spesa media per l’alloggio è pari a 50 euro e ad Ascea a 63; a Furore ammonta a 98 euro, a Positano a 88 e a Maiori a 75. Per il vitto si passa dai 35 euro di Furore, dai 31 di Positano e dai 24 di Maiori, ai 13 di Castellabate e agli 11 di Ascea.
STANDARD E SERVIZI
Che cosa dedurre da questo quadro delineato dall’indagine della Banca d’Italia? Siamo di fronte ad una situazione per molti versi complessa, e la diversificazione dei target è senza dubbio un’opportunità da valorizzare al meglio attraverso una generale strategia di miglioramento dei servizi di base: trasporti e mobilità in primo luogo, ma anche maggiore e più qualificata assistenza ai turisti, in modo da stimolare una interazione più strutturata dei flussi tra Nord e Sud della provincia e tra aree costiere e zone interne. Si tratta di mali abbastanza radicati che provengono da molte stagioni di politiche turistiche affidate più alla grande dotazione di giacimenti naturali che alla programmazione. Non è soltanto una questione di interventi e pianificazioni di origine pubblica – su questo versante (lo abbiamo già scritto) sono in corso importanti interventi – ma anche di un migliore e più proficuo dialogo all’interno della complessa filiera dell’ospitalità. Insomma, pubblico e privato (ciascuno per la propria parte) attraverso partenariati efficaci e concreti possono rendere possibile un ulteriore balzo in avanti. È l’unica strada per ottimizzare un potenziale che ha già raggiunto vette di eccellenza, ma che può ancora offrire molto in termini di redditività e di posti di lavoro.

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Source: Positanonews

By | 2019-06-15T12:02:18+00:00 giugno 15th, 2019|Senza categoria|0 Comments

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