Prima è da sfogliare lasciandosi un po’ emozionare dalle immagini. Poi però va letto in tutti i dettagli. Nel libro Vale un viaggio, Altre 101 meraviglie d’Italia da scoprire (seconda puntata di una serie, edita da Cinquesensi e disponibile anche in inglese), Beba Marsano, giornalista e critica d’arte, racconta mete insolite fuori dai percorsi più classici. E di ognuna ci dice tutto quello che c’è da sapere, ci consiglia il ristorante migliore, dove dormire ma ci svela anche quelle curiosità che non troveremmo in una guida Touring.
Un’esempio: la costiera amalfitana, si sa, è una splendida meta per l’estate. Il consiglio di Beba Marsano è di non perdersi il Complesso monumentale di Sant’Andrea ad Amalfi. Cominciamo a entrare nel Chiostro del Paradiso, vero e proprio angolo d’Oriente, capolavoro del romanico amalfitano ed esotica porta d’ingresso alla Basilica del Crocifisso. Tra queste mura sono custoditi tesori unici, come il paliotto argenteo con Flagellazione e Crocifissione di Sant’Andrea e la Mitra di Amalfi. “È una sorprendente creazione normanno-angioina, con ricami di gemme, oro, smalti su un pavé di 19.330 perline. Il più antico e prezioso gioiello di oreficeria del Medioevo europeo. Un pezzo unico al mondo, dicono gli esperti, realizzato alla corte di Napoli con tecniche raffinatissime, su commissione di Carlo II d’Angiò per la consacrazione del secondogenito Ludovico a vescovo di Tolosa”.
La veste attuale del grande ambiente, illuminato da monofore e bifore, è costituita da un’unica navata ed è il risultato degli ultimi restauri finalizzati al ritrovamentodella struttura originaria.
Il nucleo primigenio, ovvero la prima chiesa cattedrale di Amalfi, si fa risalire al VI secolo. L’edificio fu ampliato nel corso del X secolo con l’aggiunta di due navate absidate dotate di matronei. Quando venne eretta al suo fianco la nuova cattedrale di sant’Andrea, un grande colonnato collegò le due chiese, come ancora oggi testimoniano alcuni fusti visibili nella muratura meridionale, conferendo all’insieme il fascino misterioso di una moschea cristiana.
Nella seconda metà del Duecento la navata sinistra della basilica fu sacrificata per realizzare il chiostro del Paradiso e in epoca controriformata la chiesa fu ridotta ad una sola navata, con l’edificazione nella navata destra di una serie di cappelle gentilizie, oggi non più esistenti. Lungo la parete sinistra si conservano le cappelle più antiche con interessanti cicli ad affresco risalenti al
XIV e XV secolo.
Il CHIOSTRO DEL PARADISO
È l’antico cimitero dei nobili di Amalfi che fu realizzato tra il 1266 e il1268.
L’arte con la sua bellezza ci fa sentire più vicini a Dio. Quigustiamo il fascino di questi inconfondibili archi intrecciati, sostenuti da 120 esili colonnine, dal forte sapore d’Oriente.
Lungo la galleria sinistra del chiostro, candido peristilio dai cui archi trapela all’interno il verde del piccolo giardino mediterraneo, sono esposti vari sarcofagi, tra i quali spiccano quelli
raffiguranti il Ratto di Proserpina e l’Unione di Marte con Rea Silvia della seconda metà del II secolo d. C.
Sullo stesso lato si possono ammirare i frammenti in marmo con decorazioni a mosaico degli antichi amboni della cattedrale, commissionati dall’Arcivescovo Dionisio (1174-1202) e realizzati da artisti attivi nella stessa Amalfi.
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Source: Positanonews
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