“L’Arte dei muretti a secco” è stata iscritta dall’Unesco nella lista degli elementi dichiarati Patrimonio immateriale dell’umanità. La notizia, battuta di recente dall’Ansa, è stata riportata sul profilo Twitter dell’organizzazione internazionale, che si congratula con i paesi che hanno presentato la candidatura: Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
L’Unesco ha fornito tale motivazione per il provvedimento: “L’arte del ‘Dry stone walling’ riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco”. Tale manifattura è caratteristica peculiare dei paesaggi dei tutte le regioni italiane, specie della nostra Costiera Amalfitana.
I terrazzamenti, per scopi abitativi e funzionali all’agricoltura, sono necessari per le coltivazioni in zone particolarmente scoscese. “Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo” in cui viene utilizzata, spiega ancora l’Unesco.
I muri a secco,“svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”, afferma l’organizzazione. Entusiasta è anche il Ministro per le Politiche Agricole Gian Marco Centinaio: “Ancora una volta i valori dell’agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli”.
Tale traguardo è una tutela contro il dissesto, secondo la Coldiretti: “Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d’Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe.”
Sulla stessa linea d’onda dell’organizzazione di categoria è anche Michele Ruocco, membro della Pro Loco di Minori e grande sostenitore della valorizzazione del territorio: “Il ripristino dei muretti o” terrazzamenti “a tutela dei limoneti , oltre che rappresentare giustamente un patrimonio dell’ Umanità potrebbe rappresentare una “occasione” lavorativa. Prima che sia TROPPO TARDI occorrono fatti ed atti concreti che evitino che si perdano queste competenze. In termini di ” costi e ricavi” occorre evitare l’ abbandono colturale, e valutare la ” convenienza” di interventi preventivi meno dispendiosi rispetto ai costi di inevitabili dissesti idrogeologici. Un EURO speso per il ripristino dei terrazzamenti eviterebbe di non spenderne DIECI dopo l’inevitabile crollo. Il ” paesaggio terrazzamenti costiera amalfitana ” é unico e va tutelato nel miglior modo POSSIBILE.” Così Ruocco saluta, l’adozione di tale provvedimento da parte dell’Unesco. (foto costieraamalfitana.com)
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