Riportiamo la bellissima riflessione dell’ Ufficio Catechistico Diocesano Amalfi – Cava de’ Tirreni in questa domenica in cui si ricorda la figura di Gesù Buon Pastore: «Carissimi/e catechisti/e, fratelli e sorelle, un ricordo dolcissimo del mese di maggio di quando ero fanciullo, non vi scandalizzate per favore, non è legato purtroppo alla B.V. Maria, che ora infinitamente amo, ma ai motori; si svolgeva proprio vicino casa mia la famosa gara automobilistica Amalfi- Agerola, con auto di tutti i tipi e tutte le “potenze”, che arrivavano in paese: per quattro o cinque giorni le nostre abitudini erano letteralmente sconvolte e piacevolmente scombussolate, anche la scuola, da rombi improvvisi che a noi fanciulli trasmettevano brividi di passione sportiva ed emozioni intensissime; ricordo che le sere e perfino le notti si trascorrevano nei garage, dove, dopo le prove, sostavano queste auto sfavillanti. Quando poi capitava di ammirare qualche “auto scoperta”, la nostra fantasia si accendeva ed era irrefrenabile, con occhi mai sazi di guardare. Quanti ricordi-sprint di gioia, limpida e genuina! Grazie, Signore.
Ma non voglio in questa significativa sede parlare di me, ma ancora una volta di Lui, nostro Amore profondo del cuore, anche nella giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, quarta domenica di Pasqua; vi scrivo subito allora che il nostro e mi lascio tentare nello scrivere, il vostro motore, per cui voi, come quelle auto di fanciullo, oggi andate, correte, sfrecciate a mille all’ora, “rombate” silenziosamente, ma con forza esuberante nelle nostre parrocchie, pur di annunciare Cristo, non è rappresentato dal semplice volere che parte dal basso di voi stesse, non è neanche il vostro “piacere” di fare qualcosa per gli altri o di stare insieme ai piccoli di Gesù. No, carissimi catechisti e carissime catechiste, il motore vostro è solo o sopra tutto Lui che vi ha scelto e chiamato: un bellissimo giorno di primavera pieno di sole, vi ha guardato con amore, vedendo in voi qualità che neanche voi sapevate di possedere; ha scrutato dentro di voi quel santo o quella santa che ora state cercando, pur nella lotta dell’anima, di fare uscir fuori, ben cosciente Lui che la Sua sposa, la Chiesa, nelle nuove generazioni possiede una sete profondissima di amore-abbracci, di verità-luce, di libertà-pace e di assoluto-cielo. Voi siete il Suo bicchiere per dissetare questa sete! Grazie Signore! Davanti alla Tua chiamata ci sentiamo come quando siamo davanti a Maria, bella pastorella, “honorificentia populi nostri”; le diciamo: non abbiamo altri e altro di cui vantarci, ma solo te; così tutta la nostra bellezza ed il nostro tesoro sta nella nostra vocazione; se lo disperdiamo, noi siamo persi e la Chiesa resa più povera e misera. Ci sentiamo anche come Sansone: senza la bella chioma di capelli non rasati perde tutta la sua invincibile forza.
Ma immagino ora che mi chiedereste? Don Luigi, che cosa è la vocazione? Vi scrivo semplicemente: è lasciarsi attrarre dalla Bellezza, è far sì che la Bellezza del Pastore riviva in te, plasmando la tua umile persona e coprendoti del Suo potere; ancora la vocazione è lasciarla riprodursi nei tuoi gesti e permettere che Essa rigeneri dal profondo la tua vita, mentre ti porta su sponde, dove tu non avevi mai nemmeno immaginato di andare; Essa, la vocazione-Bellezza, così fa rifiorire nel cuore e dalle proprie viscere le comunità cristiane, avendone trovato il centro e la leva sollevatrice; la Bellezza salverà il mondo e la storia, ha scritto F. Dostoevskij.
Ma, provocatoriamente, mi e vi chiedo: questo mondo vuole essere salvato dalla Bellezza? Vuole lasciarsi convertire da Essa-Lui? Desidera cambiare stile, testa e cuore per Essa-Lui? Permettetemi che io purtroppo esprima il mio scetticismo ed i miei dubbi: aiutatemi, ve ne prego; ditemi che mi sto sbagliando! Attestatemi con forza che voi invece state scrutando segni nuovi di Bellezza e che all’orizzonte del vostro andare e camminare nella fede sono seminati in abbondanza segni di Bellezza; la mia esperienza mi dice amaramente che il Bel Pastore che guida le sue pecorelle trova sempre di più difficoltà a farlo, ma non perché le pecorelle non lo vogliono: penso solo che ci credono poco che sia lui a dover far questo; Lui non può, dicono e pensano, perché non conta niente rispetto ad altre vere guide, prese dal mondo, che sono sempre brave ed anche più brave. Don Luigi, bel servo del Bel Gesù».
Source: Positanonews
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