L’11 aprile si celebra in tutto il Bel Paese la Giornata nazionale del mare. Istituita nel 2018, con l’entrata in vigore del nuovo decreto sul codice della nautica, la Giornata del Mare si pone una domanda: come sta il mare in Italia? Cosa si fa per tutelarlo e per valorizzarlo senza intaccare l’ambiente? Come sono messi i lavoratori del mare?
Nel 2017 il bacino marittimo del Mediterraneo ha prodotto 59,6 miliardi di euro di valore aggiunto lordo, il 29% del totale a livello europeo, dopo l’Oceano Atlantico ((73,4 miliardi di euro) e il Mare del Nord (63 miliardi di euro). Tuttavia, in Europa il 40% dell’occupazione dell’economia marittima si trova nel Mediterraneo (1,78 milioni di dipendenti), il 29% nell’Oceano Atlantico (1,29 milioni di dipendenti) e solo il 20% nel Mare del Nord (0,87 milioni di dipendenti). A ricordarlo è la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (IOC-UNESCO).
Sono 27 le aree marine protette in Italia, cui si aggiungono 2 parchi sommersi, che tutelano complessivamente circa 228.000 ettari di mare e 700.000 km di costa. Il 19,12% delle acque territoriali italiane (dalla riva fino a 12 miglia nautiche) è coperto da aree marine a vario titolo protette. Tuttavia, secondo lo Ioc-Unesco solo l’1,67% di queste aree applica efficacemente i propri piani di gestione. Solo lo 0,1% sono aree a protezione integrale. L’Italia negli ultimi 10 anni (dal 2009 al 2018) ha visto la sua quota di occupazione e di valore aggiunto diminuire.
L’11 aprile vede anche la guardia costiera impegnata nell’obiettivo di promuovere e sviluppare nelle scuole la cultura del mare intesa come risorsa culturale, scientifica, ricreativa ed economica, sostenendo la promozione di iniziative per diffonderne la conoscenza.
Source: Positanonews
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