Il Covid ci porta via Angelo Tajani. E’ morto a Malmoe in Svezia il “Monello di Amalfi”

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Il Covid ci porta via Angelo Tajani. E’ morto a Malmoe in Svezia il “Monello di Amalfi”

Il Covid ci porta via Angelo Tajani. E’ morto a Malmoe in Svezia il “Monello di Amalfi”  . La brutta notizia la ha data il fratello Claudio,  Angelo leggeva Positanonews e con noi aveva un contatto con la Costiera amalfitana lo abbiamo sentito più volte. Oggi pomeriggio se ne è andato dopo complicazioni causate dal coronavirus Covid-19 . Angelo è morto circondato dall’affetto della moglie e dei sei figli, perchè in Svezia permettono, con le dovute precauzionei , di poter stare al fianco dei propri cari.

 

Nato ad Amalfi il 24 febbraio 1936 da Michele e Angela Confalone, deceduto a Landskrona (Svezia) il 27 dicembre 2020 – Ha tre Fratelli: Riccardo, Mariafranca e Claudio – Sposato con Doris Franchi Tajani – E sei bellissimi Figli: Stefano, Angela, Eva, Cristina, Michele e Giovanna. Uno straordinario Curriculum: Direttore internazionale d’albergo e proprietario – Giornalista (Corriere della Sera con Gaetano Afeltra, Il Mattino di Napoli, L’Arena di Verona – settimanali quali Oggi e Gente – Scrittore in particolare sulla carta e cartiere e sulle filigrane -Editore della casa editrice ©2 Kronors Förlag – Commendatore della Repubblica Italiana, Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia,
Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, Membro dell’Italian Pen Club –
– Vincitore nel 2014 de “Il Molinello”, Premio Letterario Internazionale per il Libro, per il giornalismo e per la traduzione, nel 1980 premio giornalistico “Tarì d’oro” di Amalfi, Socio onorario del Centro di Cultura e Storia Amalfitana; nel periodo 1978/1981 gestisce il Consolato Onorario Italiano di Malmö; nel 1980 gli viene conferita la Gran Croce d’Oro di Cangrande per le Tre Venezie; nel 1998 conferimento a Siracusa del premio Sicilia “Il Palatino” per la cultura

Il Molinello

 

Lo ricordiamo con un articolo pubblicato proprio qualche settimana fa . Angelo Tajani è nato ad Amalfi nel 1936. Discende da parte di padre e di madre da antiche famiglie di imprenditori cartai. Nel 1959, avendo incontrato a Capri una svedese che poi diventerà sua moglie, si trasferì in Svezia, a Stoccolma. Dopo aver lavorato per oltre trent’anni nel settore alberghiero in Italia, Germania e in Svezia, dove ha diretto i più prestigiosi alberghi di Stoccolma, dal 1978 si è dedicato esclusivamente al giornalismo come corrispondente dall’area nordica per i quotidiani Il Giorno di Milano, Il Mattino di Napoli e il settimanale Oggi. Suoi articoli sono apparsi anche sulla Gazzetta di Parma, l’Arena di Verona e diversi settimanali svedesi. Dal 69 è iscritto all’Ordine dei giornalisti. Nel 1983 ha vinto il prestigioso Tarì d’oro della città di Amalfi e nel 1988 un riconoscimento dalla città di Tarsogno. È autore di molte pubblicazioni, tra cui «Sulle orme della carta». Nel libro «Il monello d’Amalfi» ha raccontato le gioie e le paure di un’infanzia felice, vissuta in periodo in uno dei più famosi centri turistici della Penisola. In questo libro, l’autore, narra le peripezie, le peregrinazioni, le esperienze e gli amori di un adolescente cresciuto durante l’imperversare di una guerra crudelmente sanguinosa che, in pochi anni, mutò letteralmente la storia e la fisionomia dell’Europa. Sono pagine che illustrano vicende e fatti di un’epoca mai dimenticata da coloro che l’hanno vissuta, ma troppo poco nota alla gioventù. Un’epoca in cui le città italiane ancora presentavano tracce delle profonde ferite causate dai bombardamenti, mentre le località turistiche, rimaste quasi illese, cominciavano ad essere prese d’assalto da centinaia di migliaia di turisti, provenienti prevalentemente dal nord dell’Europa e d’oltre oceano. In tutto questo marasma, ragazzi divenuti uomini troppo precocemente, emigravano dai propri lidi, dentro e fuori i confini dell’Italia e si lanciavano a capofitto in avventure amorose che hanno creato il mito dei «vitelloni da spiaggia» (nella foto in alto una scena del film «Leoni al sole» di Vittorio Caprioli) e della leggerezza dei costumi delle ragazze che calavano dal nord in un Paese ove vigevano ancora tanti tabù e interdizioni. Ma quante verità vi erano nelle storie che la stampa diffondeva e che bulli e vitelloni raccontavano, vantandosene? «Il miraggio svedese», uscito di recente- racconta Tajani- è un libro molto importante. Un libro che ci riconsegna la memoria di un’emigrazione per tanti versi anomala, diversa».
LA RIFLESSIONE
Non solo perché la Svezia non era meta comune degli emigranti italiani, ma anche perché, come ben illustrato dall’autore, si è trattato di un’emigrazione per certi aspetti pilotata, organizzata. È l’emigrazione di una precisa categoria, di persone con determinate abilità professionali. Non è l’emigrazione disperata di chi fugge da una vita di miserie e privazioni. Chi parte è mosso anche dal desiderio di migliorare i propri guadagni, certo, ma è gente che il lavoro in Italia lo aveva, che si poteva vestire bene e magari si poteva permettere anche un Borsalino, un lusso per l’epoca. Quel che emerge chiaramente dal libro è che queste persone si sono trovate, loro malgrado, al centro di interessi più grandi di loro, tra i traffici e gli affari di un Agnelli o di un Wallenberg, che si scambiavano operai specializzati, come fossero pedine. Pedine che però erano uomini. Tajani è anche il promotore della tradizione e della diffusione di Lucia di Svezia in Italia, la reginetta della luce che arriva dal Regno di Borea che viene incoronata a Skansen, e della sua partecipazione, con due damigelle, ai festeggiamenti dell’Ottavario in onore di Santa Lucia a Siracusa. Nel 1998 ha ricevuto il Premio Sicilia «Il Paladin». Questo libro, in italiano e svedese, narra la credenza popolare, il culto, la tradizione e la leggenda di Santa Lucia, una festività nazionale svedese che ha un saldo collegamento tra gli svedesi con la vergine siracusana. La seconda edizione, riveduta e corretta, è arricchita di numerose immagini a colori e in bianco e nero che illustrano la partecipazione di Lucia di Svezia, la reginetta della luce che ogni anno scende dall’estremo Nord per partecipare ai solenni festeggiamenti in onore di Santa Lucia a Siracusa e le manifestazioni che si svolgono in Svezia il 13 dicembre. Il volume è stato stampato dall’Azienda Autonoma Turismo di Siracusa per dare il giusto risalto all’importanza del gemellaggio tra Stoccolma e l’antica Aretusea particolarmente consolidatosi nei sessanta anni in cui la città siciliana è stata visitata da Lucia di Svezia e da due damigelle. Anche in questa edizione sono stati inseriti i racconti «Santa Lucia, una leggenda del Sud Italia» di Hedvig Svedenborg e «La leggenda del giorno di Santa Lucia» di Selma Lagerlöf, Premio Nobel per la Letteratura 1909, in svedese e italiano. Angelo Tajani è membro dei Pen Club Italia e Svezia. Nel 2000, con decreto del presidente Carlo Azeglio Ciampi, è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2007 il Presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.

 

L’articolo  fu scritto dal bravissimo Antonio Corbisiero, che cura per il Mattino di Napoli  la pagina “Salernitani con la valigia”, nelle pagine della cronaca di Salerno del più importante quotidiano della Campania.

Tajani su Il Mattino


Source: Positanonews

By | 2020-12-27T20:33:18+00:00 dicembre 27th, 2020|Senza categoria|0 Comments

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