Oltre all’aumento del prezzo di grano, con la Russia che ha deciso di trattenere per uso interno parte della produzione dopo essere diventata il maggior esportatore del mondo dopo lo scoppio della pandemia, è raddoppiato anche il prezzo dei limoni. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti che indica tra le cause l’incremento della richiesta in Europa nel resto del mondo come disinfettante naturale e la produzione insufficiente.
Il nostro Paese è il secondo produttore europeo, con una superficie coltivata di poco più di 25mila ettari, dalla quale si sono ottenuti circa 3,8 milioni di quintali nel 2019, in calo del 14%. In Sicilia le richieste sono aumentate del 30% come pure in Campania dove la produzione dei limoni Igp della Costiera amalfitana sono dimezzate ed il prezzo sulla pianta oscilla fra 1,20 e 1,50 euro al chilo contro circa 0,60 dello scorso anno. È caccia all’agrume anche in Calabria nell’alto Jonio, a partire dalla piana di Sibari, dove si registra un rialzo delle quotazioni fra il 10 e il 15%.
“La produzione nazionale di limoni era notevole in passato, ma negli ultimi decenni si è persa oltre la metà della superficie coltivata, a causa soprattutto – sottolinea la Coldiretti – dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori al di sotto dei costi di produzioni. I limoni italiani peraltro sono di migliore qualità e, a seconda del tipo, si trovano tutto l’anno: limoni ‘primofiore’ tra la fine di settembre e la fine di novembre, limoni ‘invernali’ tra dicembre ed aprile, limoni ‘bianchetti’ tra aprile e maggio e limoni ‘verdelli’ tra giugno e inizio settembre”.
“Particolarmente rilevante – riferisce la Coldiretti – è il gruppo dei limoni con riconoscimento comunitario, sono ben sei i limoni Igp: Costa d’Amalfi, Rocca Imperiale, Siracusa, Sorrento, Femminello del Gargano, Interdonato di Messina”.
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Source: Positanonews
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