Amalfi la bella notizia: messa in sicurezza la Pineta, ora si punta a riaprire la passeggiata Longellow . E’ una delle più belle del mondo. La suggestiva passeggiata pedonale esterna alla galleria dei Cappuccini, che conduce turisti e residenti al lungomare attraverso la scalinata retrostante l’hotel La Bussola fino ad arrivare al Porto è una delle più amate dai turisti . Chi non se lo ricorda fra gli studenti che frequentavano le superiori ad Amalfi della Costiera amalfitana? Ad annunciare i lavori il sindaco Daniele Milano “Completate le lavorazioni per la messa in sicurezza del parco della #Pineta ad #Amalfi, possiamo ora programmare gli interventi interni e quelli per riaprire #passeggiata Longfellow”
Daniele Milano ci ha fatto venire in mente Andrea Amendola, con Amendola a volte parlavamo ore e conosceva tutto della sua Amalfi. Ci teneva in particolare per questa stradina e per cosa simboleggiava.
Ma chi era Longfellow?
Henry Wadsworth Longfellow (Portland, 27 febbraio 1807 – Cambridge, 24 marzo 1882) è stato uno scrittore e poeta statunitense, tra i primi letterati americani ad assurgere alla fama mondiale.
Longfellow fu il più famoso poeta della scena del New England nell”800 e scrisse numerose opere tra cui Evangeline e Il faro.
Fu un acceso promotore dell’abolizione della schiavitù negli anni prima e durante la Guerra Civile Americana insieme ad altri intellettuali che gravitavano nell’orbita di Harvard e soprattutto insieme all’allora Governatore del Massachusetts John Andrew.
Intorno al 1862 insieme ai letterati James Russell Lowell, Oliver W. Holmes e George Washington Greene diede vita al cosiddetto “Circolo Dante”, atto a promuovere la conoscenza della Divina Commedia di Dante Alighieri negli Stati Uniti. Insieme ai suoi colleghi del circolo, Longfellow ne portò a termine la prima traduzione statunitense in inglese nel 1867.
Da allora il successo dell’opera di Dante in America fu costante ed in seguito il Circolo diventò la “Dante Society”, una delle più famose associazioni di dantisti nel mondo.
Ad Amalfi Longfellow dedicò anche una poesia ispirata da queste passeggiate
Amalfi
Sweet the memory is to me
Of a land beyond the sea,
Where the waves and mountains meet,
Where amid her mulberry-trees
Sits Amalfi in the heat,
Bathing ever her white feet
In the tideless summer seas.
Dolce il mio ricordo
di una terra oltre il mare,
dove onde e monti si incontrano,
dove tra i gelsi
siede Amalfi al sole,
si bagna i piedi bianchi
nel mare immobile d’estate.
In the middle of the town,
From its fountains in the hills,
Tumbling through the narrow gorge,
The Canneto rushes down,
Turns the great wheels of the mills,
Lifts the hammers of the forge.
Nel mezzo della città,
dalle sue fontane sulle colline,
attraverso le sue strette gole,
il Canneto scorre,
facendo girare le grandi ruote dei mulini,
solleva i martelli della fornace.
‘T is a stairway, not a street,
That ascends the deep ravine,
Where the torrent leaps between
Rocky walls that almost meet.
Toiling up from stair to stair
Peasant girls their burdens bear;
Sunburnt daughters of the soil,
Stately figures tall and straight,
What inexorable fate
Dooms them to this life of toil?
È una scala, non una strada,
quella che sale su per la gola profonda
là dove il torrente striscia tra
pareti di roccia che quasi si toccano.
S’affaticano a salire le scale
le villanelle con il loro carico;
figlie bruciate dal sole della terra,
come statue alte e dritte,
quale destino inesorabile
le condanna a questa vita di fatiche?
Lord of vineyards and of lands,
Far above the convent stands.
On its terraced walk aloof
Leans a monk with folded hands,
Placid, satisfied, serene,
Looking down upon the scene
Over wall and red-tiled roof;
Wondering unto what good end
All this toil and traffic tend,
And why all men cannot be
Free from care and free from pain,
And the sordid love of gain,
And as indolent as he.
Signore dei vigneti e delle terre,
in alto sta il convento.
sulle sue terrazze cammina dritto
con le braccia conserte,
placido, tranquillo, sereno
guarda giù la scena
verso il muro e il tetto rosso;
si chiede a che serve
tutta quella fatica,
perché gli uomini non possono
essere liberi da fatiche e dolori,
dal sordido amore del guadagno,
ed essere indolenti come lui.
Where are now the freighted barks
From the marts of east and west?
Where the knights in iron sarks
Journeying to the Holy Land,
Glove of steel upon the hand,
Cross of crimson on the breast?
Where the pomp of camp and court?
Where the pilgrims with their prayers?
Where the merchants with their wares,
And their gallant brigantines
Sailing safely into port
Chased by corsair Algerines?
Dove sono ora le barche cariche
dai mercati di oriente ed occidente?
dove sono i cavalieri in corazze di ferro
diretti in Terra Santa,
guanti di acciaio alle mani,
croce cremisi al petto?
dove sono i fasti del campo e di corte?
dove i pellegrini con le preghiere?
dove i mercanti e le loro merci,
i loro impavidi brigantini
a navigare al sicuro nel porto
rincorsi dai corsari d’Algeri?
Vanished like a fleet of cloud,
Like a passing trumpet-blast,
Are those splendors of the past,
And the commerce and the crowd!
Fathoms deep beneath the seas
Lie the ancient wharves and quays,
Swallowed by the engulfing waves;
Silent streets and vacant halls,
Ruined roofs and towers and walls;
Hidden from all mortal eyes
Deep the sunken city lies:
Even cities have their graves!
Scomparsi come flotte di nuvole,
come il suono di una tromba,
e i commerci e le folle!
fantasmi finiti nel fondo degli mari
giacciono gli antichi moli ed i pontili,
inghiottiti dalle onde avvolgenti;
strade silenziose e saloni vuoti,
tetti decadenti e torri e mura;
nascosti agli occhi dei mortali
la città giace nel profondo:
anche le città hanno le loro tombe!
This is an enchanted land!
Round the headlands far away
Sweeps the blue Salernian bay
With its sickle of white sand:
Further still and furthermost
On the dim discovered coast
Paestum with its ruins lies,
And its roses all in bloom
Seem to tinge the fatal skies
Of that lonely land of doom.
Questa è una terra incantata!
intorno al promontorio laggiù
splende la baia azzurra di Salerno
con la sua falce di bianca sabbia:
ancora oltre si intravede
la costa di Paestum con le sue rovine,
le sue rose tutte in fiore
sembrano tingere i cieli fatali
di quella terra solitaria del destino.
On his terrace, high in air,
Nothing doth the good monk care
For such worldly themes as these,
From the garden just below
Little puffs of perfume blow,
And a sound is in his ears
Of the murmur of the bees
In the shining chestnut trees;
Nothing else he heeds or hears.
All the landscape seems to swoon
In the happy afternoon;
Slowly o’er his senses creep
The encroaching waves of sleep,
And he sinks as sank the town,
Unresisting, fathoms down,
Into caverns cool and deep!
Sulla sua terrazza, in alto,
di nulla si cura il monaco
sono cose terrene queste,
dal giardino di sotto
salgono sbuffi di profumo,
e un suono è nelle sue orecchie
del ronzare delle api
nei luminosi alberi di castagno;
nient’altro egli vuole avere o ascoltare.
Tutto il paesaggio sembra godere
nel pomeriggio felice;
lentamente sui suoi sensi scivola
l’avvolgente onda del sonno,
e lui affonda come affondò la città,
senza fare resistenza, fantasmi verso il basso,
in caverne fredde del profondo!
Walled about with drifts of snow,
Hearing the fierce north-wind blow,
Seeing all the landscape white,
And the river cased in ice,
Comes this memory of delight,
Comes this vision unto me
Of a long-lost Paradise
In the land beyond the sea.
Avvolto da spruzzi di neve,
mentre sento fischiare il freddo vento del nord,
tutto uno scenario di bianco,
il fiume chiuso in una gabbia di ghiaccio,
mi ritorna in mente
questo ricordo di Paradiso perduto
nella terra oltre il mare.
Traduzione Antonio Gallo
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Source: Positanonews
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