I sindaci delle città metropolitane vorrebbero sforare il tetto delle 26 domeniche all’anno e di 4 giorni festivi. Lega favorevole, M5s non esclude modifiche alle regole
Al momento l’accordo che hanno trovato M5s e Lega è quello di indicare la strada alle Regioni che dovranno decidere poi come muoversi. La maggioranza ha fissato un tetto massimo: le saracinesche dovranno essere alzate non più di 26 domeniche all’anno e di 4 giorni festivi.Ma proprio perché la legge prevede che ogni decisione venga presa di concerto con le amministrazioni locali è partito un pressing, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, da parte dei primi cittadini per modificarne l’impianto. Ad oggi, nel testo, vengono ‘salvaguardati’ solo i centri storici.
Nelle scorse settimane è stato appunto il sindaco di Milano a mettersi di traverso, ma una richiesta di derogare le Città metropolitane al piano delle chiusure domenicali dei negozi è arrivata pare anche dall’amministrazione capitolina. Si tratterebbe di città a vocazione turistica e di una decisione da prendere comunque in Commissione.
La Lega sarebbe disponibile a rivedere le regole per quanto riguarda le chiusure domenicali dei negozi delle grandi città, mentre il Movimento 5 stelle è propenso a mantenere i principi del testo anche se non esclude delle modifiche. Il lavoro sul testo unificato depositato comincerà giovedì nella commissione Attività produttive di Montecitorio.
Tra i punti da affrontare anche il capitolo e-commerce. Si sta lavorando a regole che possano essere rispettate anche dalle grandi catene di distribuzione sul web. Per ora l’unica decisione presa è stata quella di vietare le consegne online nei giorni festivi.
Poi c’è il nodo dei contratti. I giallo-verdi puntano a un’indagine conoscitiva per chiarire la natura dei contratti che obbligano i lavoratori (in particolar modo commessi e commesse), soprattutto all’interno dei centri commerciali, a svolgere la propria mansione anche la domenica.
Nel testo poi è previsto che le catene di distribuzione che servono le partite Iva possano lavorare anche di domenica (per esempio quelle legate al mondo della ristorazione) e che possano restare comunque aperti alcuni esercizi commerciali, come i mobilifici.
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